Barbara3 nel magico mondo del sapone

  • Stampa

sapone di barbaraDa sempre affascinata dagli altrui spignattamenti cosmetici, ne sono sempre rimasta alla larga, sostenendo di non avere tempo, capacità, e soprattutto: voglia di pulire la cucina, dopo. Ma arrivano momenti di cambiamento nella vita! Momenti in cui sistemare-la-cucina-dopo, diventa persino un modo per rilassarsi dalle fatiche della settimana.
Momenti in cui capisci che se devi pulire, è perchè hai prodotto qualcosa di personale, di tuo, di ecologico e ciò ti riempie di soddisfazione.

Così, dopo essere riuscita ad autoprodurre tofu e seitan, e aver persino iniziato a coltivare origano e basilico sul balcone , la lettura dell'articolo di Lola sul sapone è stato come il canto delle sirene per Ulisse. Non potevo non saponificare.

Oltre all'articolo suddetto, ho studiato praticamente da cima a fondo tutto il sito “ilmiosapone ”, in special modo la parte sulla sicurezza, onde non correre il rischio di ustionarmi o peggio di incendiare l'unica dimora mia e di mio marito – il quale, al mio entusiastico “sappi che domani faccio il sapone!!!” ha risposto scuotendo la testa sconsolato e borbottando “ho una moglie pazza”.

Prima di proseguire nel racconto, riassumo per i lettori che non ricordano bene, il procedimento per la saponificazione a freddo:
  1. si scelgono gli oli e la loro quantità;
  2. si calcola quanta soda occorre e quanta acqua occorre [ottimo il calcolatore in excel che trovate sempre sul sito ilmiosapone];
  3. in una pentola si miscelano gli oli e si scaldano;
  4. in un'altra pentola si mette l'acqua distillata e vi si versa la soda;
  5. quando oli e soluzione di soda hanno raggiunto i 45°, si versa la soluzione di soda nell'olio, e si va di frullatore ad immersione;
  6. ad un certo punto si forma il “nastro”, ovvero la miscela si è così addensata che se la si fa colare “scrive” sull'impasto sottostante;
  7. si uniscono quindi eventuali coloranti, profumi, oli a crudo vari e si versa negli stampi. Si avvolge con una coperta e dopo 24 ore si estrae il sapone dagli stampi, si taglia come si vuole e lo si lascia stagionare. Se nel corso delle 24 ore si nota al centro degli stampi un aspetto quasi gelatinoso, è un segno meraviglioso: significa che il sapone ha raggiunto la mitica “fase gel”, sogno di ogni saponiere.

Munita quindi di guanti, di ricetta con le dosi di olio, acqua e soda calcolate precisamente secondo istruzioni, tutta emozionata procedo.

Miscelo gli oli e li metto a scaldare.
Porto in balcone la pentola con l'acqua, e ci verso dentro la soda.
Strano, penso, non fa fumo. Tocco la pentola ed è appena tiepida. Ma non doveva scaldarsi tantissimo? Mah. Forse è un nuovo tipo di soda, più delicata. In effetti non sono nemmeno indicate particolari precauzioni d'uso, sulla confezione.

Mi dico che funzionerà comunque. E quindi la verso negli oli.

Frullo.
Frullo.
Frullo.

Il mio frullatore ad immersione comincia a fumare – non scherzo, e a scottare.
Lo spengo e mescolo col cucchiaio di legno.
Niente, questo nastro non arriva. Possibile ci voglia più di mezz'ora???

Domandandomi cos'avessi sbagliato, torno a leggere le istruzioni sul sito ilmiosapone e all'improvviso mi premio da sola con la palma d'oro per la  pirleria applicata: ho usato la soda al posto della SODA CAUSTICA!!!!!!!!!!

Avrei potuto frullare per due ere, senza ottenere il nastro.
Il mio poltiglio oleoso, manco a dirlo, è da buttare.

Posso farmi scoraggiare da un'inezia del genere? Sia mai!
Al ritorno dal lavoro mi fermo quindi in un negozio di ferramenta, domandando la soda CAUSTICA.

[avete finito di ridere????? :P]

Il commesso mi fa mille raccomandazioni e mi chiede cosa devo scrostare!

Io: “no, non scrosto niente, ci faccio il sapone”!!!
commesso: “il sapone? Ma guarda... una cosa antica!
io: “hehe, sì, diciamo così
commesso: “ma sa che mia nonna faceva il sapone! In campagna! Mi ricordo che mescolava, mescolava, e poi versava tutto in questi grandi stampi! Che ricordi mi ha fatto venire in mente!” e sorride tutto mentre me lo dice.

Devo ricordarmi di portargli una saponetta fai-da-me, quando sarà stagionata a sufficienza! :)
Sì, perchè questa volta il sapone è riuscito!

Decido di iniziare con la ricetta più semplice del mondo, usando solo olio d'oliva.
E quindi procedo con:
300 g olio d'oliva
38,19 g soda CAUSTICA
90 g acqua distillata

Questa volta la miscela caustica altrochè se scotta ;)
Il nastro invece si forma dopo pochi minuti di frullatore! Tutta esaltata saltello “il nastro! Il nastro”! Mentre il marito mi guarda sempre più rassegnato alla mia intrinseca follia.

Per non parlare di quando, dopo mezz'ora dal versamento negli stampini e avvolgimento degli stessi in coperta calda, vado a sbirciare e vedo la mitica fase gel! Sono soddisfazioni, sì.

Che mi hanno ripagata dal sistemare-la-cucina-dopo, ovvero lavare e asciugare le pentole, il frullatore, il piano cottura (sebbene rivestito d'alluminio, qualche goccia arriva sempre). Ma sono talmente esaltata che faccio tutto in rapidità.

Ho ottenuto delle saponette bianche, dal profumo di pulito, che ho messo a stagionare. La foto sopra è la prova!

Due giorni dopo, saponificavo di nuovo, questa volta con una miscela di vari oli e l'aggiunta di oli essenziali al nastro.

Cosa posso dirvi di più? Saponificare è divertente, ecologico, rilassante, soddisfacente! Le ricette che si possono sperimentare sono tantissime, ognuno può inventarsi la propria. Provate! Osate! Saponificate!


Per commenti, domande e curiosità, potete scrivere qui!
http://www.saicosatispalmi.org/index.php?option=com_joomlaboard&Itemid=3&func=view&id=2131&catid=3
Se dopo aver letto la storia della mia iniziazione al sapone casalingo, proverete anche voi a cimentarvi, non mancate di raccontarmelo!