SANA 2018 settore cosmesi: considerazioni critiche

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Sono appena rientrata dopo essere stata al Sana, fiera del biologico che si tiene a Bologna. Al contrario degli ultimi anni, sono stata da venerdì pomeriggio a domenica mattina. Sabato ero fissa allo stand di una delle aziende con cui sto collaborando, mentre il resto del tempo  l'ho usato per andare a salutare persone che stimo e darmi uno sguardo intorno.

Vi voglio raccontare, oggi, qualcosa che ho già accennato nelle stories del canale Instagram: la storia del sapone salino che basifica la pelle.

Vedo uno stand tutto attrezzato per lavarsi le mani, che pubblicizza un sapone salino (nella sostanza uno scrub salino a base di oli e con un po' di tensioattivo in modo da ottimizzare il risciacquo). Fino a qui  niente di strano. Ma nei claim utilizzati per promuovere il prodotto, uno mi ha colpito, perchè diceva "basifica la tua pelle".

Oibò, mi sono detta: la pelle è acida naturalmente. Perché mai dovrebbe essere un punto di forza basificarla?

Quindi questa affermazione mi ha colpita così tanto che ho deciso di mettere la maschera della faccia tosta e andare a chiedere.

Mi avvicino, un signore dello stand mi guarda e il dialogo si è svolto più o meno così:

- buongiorno, posso fare una domanda? come mai mettete come punto di forza che questo prodotto basifica la pelle? la pelle è acida, è il suo ph...

- ehhh ma signorina sa, la pelle è acida quando siamo sotto stress.

[la mia faccia ha parlato da sola]

- ehm no, il ph è sempre acido, perchè dovrei scombinarlo?

- dunque dunque...  parli con lei che è dottoressa!

E mi indica una ragazza lì presente, dottoressa in cosa non si sa perché non si è presentata, che mi guarda con la faccia con la quale si guarda una mosca fastidiosa.

Le ripeto la domanda e messa alle strette sbotta:

- scusi ma qual è il problema? quando ti lavi le mani le basifichi.

- certo, se usi un prodotto a ph basico sì.

- eh infatti! quindi?

Nel frattempo intorno erano arrivate altre due persone, cioè io da sola avevo 4 persone intorno, devo averli scossi parecchio.

Provo a dire che non tutti i tensioattivi basificano, quelli del sapone sì, e che comunque non mi pare una grande idea e non mi pare un punto di forza da pubblicizzare, ma loro o non capiscono realmente o non vogliono capire, fatto sta che vista la situazione ho tagliato corto e ho chiesto di provarlo, già che c'ero.

- una prova non si nega nemmeno agli scettici! 

Ha esclamato uno dei quattro, per poi voltare le spalle a andarsene insieme ad altri due.

Mi lavo le mani, chiedo un depliant, perché volevo andare a vedere il loro sito, sipario.

Racconto questa scenetta perché  mi sembra di essere tornata a 15 anni fa. Quando bisognava farsi strada tra le ecofurbate. Solo che 15 anni fa erano grossolane e facilmente individuabili. Erano la scritta "bio" con un elenco ingredienti a base di paraffina.

Adesso, oltre a quelle, perché esistono ancora, ce ne sono molte altre, ma più sottili, perché sono ecofurbate in prodotti che magari hanno composizioni ecobio, magari sono anche certificate, e però contengono il nulla, ma ben venduto, o vengono proposte in modi che non hanno niente da invidiare alle pubblicità di profumeria tradizionale, spesso con claim ingannevoli e fuorvianti. 

Un altro di questi, che mi è stato fatto notare - è stato un vero peccato non aver tempo per andare in giro a leggerli tutti - diceva "shampoo pincopallino, protegge dalle onde elettromagnetiche".

Seriously???

Aziende: davvero siete così spaventate dal futuro che avanza, da non aver ancora scelto di fare una comunicazione diversa che punti su qualità reali del vostro prodotto? Davvero per differenziarvi dagli altri avete bisogno di certi trucchetti?

Ci sono aziende che sfornano una cinquantina di prodotti nuovi all'anno, per non dire di più: quanta ricerca può esserci dietro, se per fare prodotti bene, curati, pensati, ci si impiegano mesi e mesi (alcune volte anche un anno intero)? Ci sono aziende che si lanciano nel mercato con prodotti senza reali qualità e poi si arrampicano sugli specchi perché non sanno come farsi notare.

Per fortuna ci sono anche aziende molto serie e tenaci, a loro va tutta la mia stima.

Non è semplice, in questo panorama sempre più affollato, farsi notare, ma a mio avviso scegliere le stesse modalità della profumeria tradizionale è un sistema che tra non molto mostrerà le sue falle. 

Io sto a guardare, e a fornire il mio supporto umano e professionale a chi vuole fare scelte diverse.

 

P.S. Ricordo a tutti che uno dei prodotti più basico per lavarsi è la saponetta, che scombina il ph cutaneo dopo il lavaggio. La pelle ha un suo sistema per riequilibrarsi e dunque dopo torna come prima, ma a lungo andare e/o su pelli delicate potrebbe essere dannoso, seccare e impoverirne il film idrolipidico. Motivo per il quale suggerisco sempre l'uso di detergenti liquidi a ph dermocompatibile. Queste cose non me le sono inventata, ma le ho imparate da Skineco, oltre ad aver sperimentato negli anni la differenza sulla mia pelle.

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