Nameless ha scritto:Nameless ha scritto:
@Jordan : quel gattone impavido

Ma è riuscito a digerlo? Deve avere uno stomaco d'acciaio!

Ma la foto l'ha postata Keridwen, non Jordan!

scusate
La rincoglionita si autospadella...
Sicuramente ha dovuto prendere un bel digestivo per aiutare la metabolizzazione!
Allora, io ho aspettato un po' a scrivere la mia opinione (a parte la foto del gattone, che mi ha fatto morire dalle risate!), perchè ho voluto aspettare la replica dell'interessato.
Anche io ho visto la puntata in diretta.
La cosa mi ha stupito di primo impatto, e la cosa che ho pensato è stato "sta scherzando...", poi quando ho capito che stava dicendo sul serio, mi sono chiesta quanto può essere ingenuo(se ancora pensiamo che la cosa non sia stata preparata).
La penso in linea di principio come Aphe, però con una piccola deviazione.
(da qui in poi, non per stomaci deboli)
Il mio nonno materno, mi racconta spesso un aneddoto, risalente ai tempi di guerra.
Mi ha descritto il modo perfetto per cucinare una nutria(...non so se avete presente. Giganteschi topi da canale...).
Lo raccontava con una naturalezza tale, da indurmi a pensare che non fosse la prima volta.
Io penso che al di là della legislazione, ci sia stato un fraintendimento culturale.
A prescindere dalla stupidità di Bigazzi, dalla sua maleducazione infinita, saccenza esagerata e ignoranza oltremodo irritante, penso che la nostra impossibilità di accettare una cosa del genere sia da attribuire al nostro contesto storico.
(non sto certo dando ragione al folle Bigazzi, sia chiaro)
Usare animali domestici, semi-domestici, persino animali come le nutrie, come nutrimento, è stata una quasi scelta obbligata per molte persone, in un periodo di forte crisi, come può essere quello della guerra e del post-guerra.
Per quanto abbietta possa sembrare agli occhi del XXI secolo occidentale, questa pratica era ampiamente accettata(chiaramente per motivi di necessità primarie) sia nel passato, che anche oggi, in altre culture.
Penso che le parole di Bigazzi siano da condannare se contestualizzate nel nostro tempo, in cui si può decidere, cosa mangiare, quando mangiare, dove mangiare, quanto mangiare.
Penso però che una parentesi sul nostro passato dove non c'era la possibilità di scelta, sia da tenere in considerazione.
Concludendo.
Non condivido ciò che ha detto, ma posso capire benissimo le necessità che hanno spinto le persone a cibarsi di gatti/cani/nutrie/.../in passato.
Per quanto riguarda il fattore televisione, trovo che ci sia parecchio buonismo.
Ricordo che:
- al Grande fratello si bestemmia,
- A buona domenica si rischiano le botte ogni volta,
- in Parlamento, sovente, si è passato alle mani,
- All'isola dei famosi si sono prese a schiaffi,
- Non parliamo dei cosìddetti "interventi" di Vittorio Sgarbi...
Insomma, penso che sicuramente le parole di Bigazzi siano da punire(e per parole intendo
tutte le parole, comprese mancanze di rispetto, frasi volgari, ecc...ecc...), ma creare un caso mediatico e sporattutto uno "scandalo morale", sia eccessivo.
La sensibilità di certe persone sembra essere urtata solo da alcune indelicatezze, mentre le vere gravità, vengono taciute o lasciate correre.
(mia madre davati agli insulti di Sgarbi "Si...ma...Poverino...è un maleducato" .... e allora che qualcuno gli insegni le buone maniere, santo cielo!).
Se per alzare l'audience si deve ricorrere a espedienti, violenti, maleducati, addirittura offensivi, mi domando perchè si usino due pesi e due misure per i provvedimenti.
Le nostre reti sarebbero oscurate 24 h al giorno se dovessimo prendere gli stessi provvedimenti presi con Bigazzi, ogni volta che viene mandato in onda quancosa di offensivo alla sensibilità di chicchessia.
Il fatto dei "due pesi, due misure", mi rattrista moltissimo, perchè rispecchia una condizione ormai largamente accettata nel nostro Paese.
Spero di essere stata chiara a esporre il mio pensiero (visto che concisa non lo sono proprio stata!

)
"È la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra." Bob Marley
"Nessun vascello c'è che come un libro possa portarci in contrade lontane." Emily Dickinson