come già introduce il titolo, vorrei poter tornare agli albori della filosofia.
Con la frase "So di non sapere", Socrate ha risolto la sua esistenza. Diciamo che si è risparmiato gente che andava a bussare da lui a orari scandalosi della notte, con domande esistenziali da risolvere. Si è risparmiato anche un sacco di figuracce.
Diciamo che partendo da questo presupposto, lui ha sempre dormito tra sette guanciali.
Ora, questa mia premessa è stata scatenata dall'ennesima conferma, che ormai le persone non sanno più di non sapere.
O se proprio vogliamo dirla tutta, se sanno di non sapere, non fanno nulla per risolvere il problema. Anzi, se possono ci marciano sopra.
Esempio pratico più recente.
(dovrete servirvi della vostra immaginazione...io vi aiuterò un poco!

(Keridwen entra nell’erboristeria trotterellando su note di una musichetta che sente solo lei)
K: Buongiorno! (saluta con entusiasmo fuori luogo tutti i presenti in negozio, che la guardano di sbieco)
Erborista:Posso aiutarti?
K: Si, grazie, sto cercando un po’ di cose…(comincia a cercare furiosamente nella borsa il foglio ripiegato accuratamente in 600mila pieghe e poi buttato nell’antro infernale che è la sua sacca)
…
(dopo cinque minuti riemerge con un cellulare, un portafoglio, un mp3,due libri, un’agenda, che appoggia sul bancone, poi il foglietto, che spiega tipo mappa del tesoro)
K:Mi scuso per l’attesa (sorride allo sguardo truce dell’erborista). Ecco qui. Comincerei con del gel d’aloe. Puro. 100%.
E: Ha una qualche marca in mente?
K: (controlla il foglio onnisciente, preso paro paro, da saicosatispalmi)…se…allora…Zuccari?
E: Non cel ho.
K: Ok…The Beauty seed?
E:

K: (sempre più delusa) ehm…Planter’s?
E: Pampers?
K: (si strozza con la sua stessa rabbia) PLANTER’S!
E: (abbassa lo sguardo imbarazzata) No.
K: (stritola il foglio che ha in mano) Senta…mi dica lei le marche che ha.
E: Specchiasol (e il tubo le appare tra le mani, tipo magica Emy)
K: Ehm, io però ho la mania dell’eco-bio…
E: Sennò perché sarebbe venuta qui?!
K: (la guarda con una maschera di scetticismo) se…comunque lei mi assicura che è gel d’aloe 100%? Sa, avrei fretta e non voglio stare a controllare l’INCI.
E: L’ICI?
K:

E: ah…(facca di chi non sa nemmeno lontanamente che cos’è un INCI)Bene le assicuro, solo aloe e vitamina A,C,E.
K: Perfetto! (si sfregale mani con soddisfazione) Inoltre vorrei anche una crema viso, non aggressiva non troppo grassa, sa ho la pelle mista.
E: Si…(si porta vicino alle creme) Allora, ho questa per pelli grasse.
K: (pensa) ma mista e grassa sono la stessa cosa? (invece dice)a base di cosa?
E: (le escono le corna e la coda) zolfo…
K: (a bocca aperta) ehm…no. Altro?
E: Questa con il karitè,perfetta per le pelli delicate e secche.
K: (comincia a farsi strada nella sua testa, il dubbio che l’erborista non abbia idea di cosa sta dicendo)…mi dispiace ma ho già provato e il karitè sulla mia pelle è comedogenico.
E: IMPOSSIBILE!( la guarda come se avesse appena bestemmiato in chiesa)
K: (sente le mani che le prudono) Vabbè…senta, non cel ha mica qualcosa della weleda?
E: Certo. Questa è delicatissima. (Weleda Baby con calendula)
K: (sguardo scettico) Che consistenza ha?
E: è perfetta per essere spalmata sul viso! Pensi che la usano ANCHE I bambini!
K: (trasè e sé) forse intendeva dire PER I bambini, oppure mi vuole far capire che sono impedita io?! (invece dice) Va bene, allora la prendo. Un’ultima cosa.
E: (comincia a guardare spazientita l’orologio) S-E…
K: (facendo la faccia da Memole) Mio fratello ha una leggera dermatite seborroica. Ha dell’olio di ribes nero?
E: Intende olio essenziale?
K: (pensa) No quello da insalata… (ma invece dice) Si, certo.
E: Non cel ho.
K: (pensa) forse ha quello da insalata… (ma invece dice) alternative da applicare in loco?
E: le capsule di ribes nero.
K: (comincia ad avere mal di testa) No, preferirei qualcosa da spalmare sopra. Non da ingerire.
E: Non ho niente.
K: alla grande…Va bene. Mi fa il conto totale?(pensa) prima che salti il bancone e le metta le mani addosso…
E: sono TOT(cifra spropositata) euro.
K: (per un momento si immagina di scappare urlando dal negozio, strappandosi i capelli come un’isterica, poi ricompone una maschera di freddo cinismo) A lei. (Scende lacrima mentre allunga i soldi alla negoziante) Grazie arrivederci.
E: Se…
(Keri si ferma, voltandosi a gettarle uno sguardo che farebbe impallidire Vittorio Sgarbi, poi esce dal negozio)
Torna a casa e guarda tutti i suoi acquistini come una bambina scarta i regali di Natale.
Dopo due secondi la mamma accorre in camera, mentre Keri sbraita in lingue perdute, tentando di strozzare il proprio peluche a forma di foca, pensando sia l’erborista.
In conclusione: gel d’aloe, ha più pallini rossi di un bambino con la varicella(tanto perché era SOLO aloe e Vitamine). Inoltre, la crema della Weleda, ha la consistenza della pasta Fissan(nonostante sia fantastica sulle abrasioni da freddo e da raffreddore).
Conclusione della conclusione: Perché, mi domando io, non siamo tutti un po’ più umili e ammettiamo di non sapere?
O meglio, perché non mettiamo commesse che sanno, in un negozio come un’erboristeria?
Sarà perché da quando mi sono accostata all’eco-bio, ho una voglia matta di aprire una attività mia, e penso sempre che per aprire un negozio sull’eco bio, uno debba sapere qualcosa (se non sull’eco, almeno su bio e viceversa).
Sono stanca di scoprire che le potenzialità dei prodotti più buoni (come inci), vengono sottovalutate da persone che non sanno nemmeno cos’è un INCI.
È così difficile, non dico sapere tutto, ma informarsi quanto basta per non fare la figura da perfetta ignorante? Anche perché, la credibilità che mette in gioco è la sua, e quella del suo negozio.
Finché i clienti saranno più ignoranti dei venditori ci sarà equilibrio, ma ogni volta che arriverà il cliente “sapiente”(che arriva quando meno te lo aspetti e come un ninja ZAK! Ti trafigge con la katana della sua conoscenza) , come farà a tenergli testa?!
Scusate lo sfogo, ma ogni volta che vedo queste situazioni di totale ignoranza di ciò che si vende, mi viene da urlare “ALL’ATTACCO!” e conquistare il negozio, per reclamarlo come mio.
Sono una paladina del negoziante vecchio stile, di quelli che ancora se ne trovano pochi in giro. Bottega piccola, entri e ti senti circondato da “cultura” sul prodotto venduto, che deriva dall’amore per il prodotto.
Già perché, secondo il mio parere, ciò che ami, lo vendi con più cuore.