Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
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Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Olio per il corpo "Bio-Oil": naturale? Solo nel nome
15 luglio 2013
La denominazione di questo prodotto per la pelle fa pensare alla naturalezza degli ingredienti, ma la sostanza presente in maggiore quantità deriva dalla lavorazione del petrolio. Chiamare questo cosmetico “bio” è una pratica commerciale scorretta: abbiamo scritto all’Antitrust.
Non tutti i cosmetici sono quel che sembrano. Nomi, slogan e trovate pubblicitarie cercano di "indorare la pillola" di solito, soprattutto quando si parla di "naturale". La cosmesi biologica, infatti, è uno dei settori che riesce ad attrarre maggiormente l'attenzione dei consumatori. E le aziende spesso rispondono lanciando sul mercato prodotti che sono solo travestiti di “verde” e che, di naturale, hanno ben poco. È il caso di “Bio-Oil”, un olio per il corpo che di “bio” ha praticamente solo il nome e che per questo abbiamo segnalato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Un olio “naturale”
Si tratta di un olio per il corpo venduto nelle farmacie e nelle parafarmacie che – dichiara il produttore – serve per la cura della pelle in caso di cicatrici smagliature, non-uniformità, invecchiamento e disidratazione. Il nome del prodotto è ciò che sta alla base della nostra segnalazione all’Antitrust: il termine “bio”, infatti, fa presupporre che si tratti di un cosmetico biologico o comunque naturale. Ma basta leggere l’etichetta per capire che non è proprio così.
Perché lo segnaliamo
Il primo ingrediente della lista (che quindi, secondo la denominazione adottata al livello internazionale INCI, è quello presente in maggiore quantità) è il Paraffinum Liquidum, appartenente alla famiglia degli idrocarburi paraffinici, quindi di origine petrolchimica. Questo vuol dire che la base oleosa di “Bio-Oil” è costituita da un ingrediente che viene ottenuto dalla lavorazione del petrolio: niente a che vedere con il naturale, il biologico, il biodegradabile o l’ecologico, anzi. Gli ingredienti “naturali”, cioè di origine botanica che più potrebbero avvicinarsi al termine “bio”, ci sono, ma non sono gli unici e si trovano comunque in quantità minore rispetto agli altri.
Riteniamo, dunque, scorretta e fuorviante per il consumatore la denominazione “Bio-Oil”: si tratta di una pratica commerciale ingannevole che ha lo scopo di influenzare le scelte d’acquisto inducendo a pensare alla naturalezza - non veritiera - del prodotto. Per questo ci siamo rivolti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Manca una legge
Per i cosmetici c’è un unico regolamento (CE 1223/2009) che, però, non fa alcun riferimento ai prodotti “naturali” o “eco-bio”, per cui non esiste una definizione univoca e legalmente valida. Risultato? Una gran confusione, mentre i produttori fanno un po’ come vogliono nella libertà di nominare i loro cosmetici senza particolari vincoli. L’unica definizione di cosmetico “naturale” a cui possiamo attenerci, per ora, è quella del 2000 del Consiglio d’Europa, un ente internazionale senza potere decisionale: “prodotto costituito da sostanze di origine botanica, minerale o animale esclusivamente ottenute attraverso metodi fisici microbiologici o enzimatici”.
Ma ci sono le certificazioni
Una legge vera e propria non c’è, ma ci sono delle certificazioni – non obbligatorie, ma solo volontarie - che indicano nel dettaglio quali sono gli ingredienti e le procedure ammesse affinché possa vantare la denominazione “naturale” e/o “eco-bio” in etichetta. È il modo che, ad oggi, consente la migliore identificazione di questo genere di cosmetici, permettendo al consumatore di orientarsi. Naturalmente, il nostro "Bio-Oil" non si atterrebbe minimamente agli standard di queste certificazioni.
In attesa di regole certe
Dovremo aspettare altri tre anni per un possibile intervento delle istituzioni europee per fare un po’ di chiarezza. Nel regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici si stabilisce, infatti, che entro l’11 luglio 2016 la Commissione Europea dovrà presentare al Parlamento e al Consiglio una relazione sull’uso che viene fatto delle varie denominazioni. E sulla base di questa relazione si deciderà se è il caso di procedere alla fissazione di criteri comuni.
15 luglio 2013
La denominazione di questo prodotto per la pelle fa pensare alla naturalezza degli ingredienti, ma la sostanza presente in maggiore quantità deriva dalla lavorazione del petrolio. Chiamare questo cosmetico “bio” è una pratica commerciale scorretta: abbiamo scritto all’Antitrust.
Non tutti i cosmetici sono quel che sembrano. Nomi, slogan e trovate pubblicitarie cercano di "indorare la pillola" di solito, soprattutto quando si parla di "naturale". La cosmesi biologica, infatti, è uno dei settori che riesce ad attrarre maggiormente l'attenzione dei consumatori. E le aziende spesso rispondono lanciando sul mercato prodotti che sono solo travestiti di “verde” e che, di naturale, hanno ben poco. È il caso di “Bio-Oil”, un olio per il corpo che di “bio” ha praticamente solo il nome e che per questo abbiamo segnalato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Un olio “naturale”
Si tratta di un olio per il corpo venduto nelle farmacie e nelle parafarmacie che – dichiara il produttore – serve per la cura della pelle in caso di cicatrici smagliature, non-uniformità, invecchiamento e disidratazione. Il nome del prodotto è ciò che sta alla base della nostra segnalazione all’Antitrust: il termine “bio”, infatti, fa presupporre che si tratti di un cosmetico biologico o comunque naturale. Ma basta leggere l’etichetta per capire che non è proprio così.
Perché lo segnaliamo
Il primo ingrediente della lista (che quindi, secondo la denominazione adottata al livello internazionale INCI, è quello presente in maggiore quantità) è il Paraffinum Liquidum, appartenente alla famiglia degli idrocarburi paraffinici, quindi di origine petrolchimica. Questo vuol dire che la base oleosa di “Bio-Oil” è costituita da un ingrediente che viene ottenuto dalla lavorazione del petrolio: niente a che vedere con il naturale, il biologico, il biodegradabile o l’ecologico, anzi. Gli ingredienti “naturali”, cioè di origine botanica che più potrebbero avvicinarsi al termine “bio”, ci sono, ma non sono gli unici e si trovano comunque in quantità minore rispetto agli altri.
Riteniamo, dunque, scorretta e fuorviante per il consumatore la denominazione “Bio-Oil”: si tratta di una pratica commerciale ingannevole che ha lo scopo di influenzare le scelte d’acquisto inducendo a pensare alla naturalezza - non veritiera - del prodotto. Per questo ci siamo rivolti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Manca una legge
Per i cosmetici c’è un unico regolamento (CE 1223/2009) che, però, non fa alcun riferimento ai prodotti “naturali” o “eco-bio”, per cui non esiste una definizione univoca e legalmente valida. Risultato? Una gran confusione, mentre i produttori fanno un po’ come vogliono nella libertà di nominare i loro cosmetici senza particolari vincoli. L’unica definizione di cosmetico “naturale” a cui possiamo attenerci, per ora, è quella del 2000 del Consiglio d’Europa, un ente internazionale senza potere decisionale: “prodotto costituito da sostanze di origine botanica, minerale o animale esclusivamente ottenute attraverso metodi fisici microbiologici o enzimatici”.
Ma ci sono le certificazioni
Una legge vera e propria non c’è, ma ci sono delle certificazioni – non obbligatorie, ma solo volontarie - che indicano nel dettaglio quali sono gli ingredienti e le procedure ammesse affinché possa vantare la denominazione “naturale” e/o “eco-bio” in etichetta. È il modo che, ad oggi, consente la migliore identificazione di questo genere di cosmetici, permettendo al consumatore di orientarsi. Naturalmente, il nostro "Bio-Oil" non si atterrebbe minimamente agli standard di queste certificazioni.
In attesa di regole certe
Dovremo aspettare altri tre anni per un possibile intervento delle istituzioni europee per fare un po’ di chiarezza. Nel regolamento 1223/2009 sui prodotti cosmetici si stabilisce, infatti, che entro l’11 luglio 2016 la Commissione Europea dovrà presentare al Parlamento e al Consiglio una relazione sull’uso che viene fatto delle varie denominazioni. E sulla base di questa relazione si deciderà se è il caso di procedere alla fissazione di criteri comuni.
"Riesco con un dito a toccare una nuvola anche se so che è lontana chilometri, ma mi piace essere all'altezza della mia fantasia." (Charles Monroe Schulz – Snoopy)
- rosengarten
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- Iscritto il: martedì 16 marzo, 2010 12:38
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Bravi, avevo visto le pubblicità e mi sono chiesta cosa ci fosse in questo olio... ora lo so.
La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia.
- EternalSunshine
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- Iscritto il: sabato 19 gennaio, 2013 16:30
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Diffondete, diffondete.
"Riesco con un dito a toccare una nuvola anche se so che è lontana chilometri, ma mi piace essere all'altezza della mia fantasia." (Charles Monroe Schulz – Snoopy)
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
non avevo dubbi che fosse una bufula...
Mantieni questo forum un luogo civile: segui il regolamento!
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Da brava boccalona....l'ho comprato...
05/08/2013, inizia la mia ecobio-conversione
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Se non lo hai aperto e hai ancora lo scontrino, prova a riportarlo indietro
Essere felici è un nostro dovere.
Re: Altroconsumo su "Bio-Oil" - articolo del 15/07/2013
Shyntae ha scritto:Se non lo hai aperto e hai ancora lo scontrino, prova a riportarlo indietro
Purtroppo la frenesia da acquisto mi ha portata ad aprirlo e utilizzarlo un paio di volte prima di chiedermi che roba ci fosse dentro...
Diciamo che sbagliando si impara...
05/08/2013, inizia la mia ecobio-conversione