consigli per la corretta conservazione dei cibi
Inviato: giovedì 28 giugno, 2012 01:19
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Sprechi alimentari e data di scadenza: tutti gli errori e i segreti per non buttare via quello che si può ancora mangiare
Il tema degli sprechi alimentari è molto gettonato, anche perché si dice che ogni italiano butta via 100 euro di cibo all'anno. A me sembrano valori esagerati, anche se, in effetti, pensando alle mense scolastiche dove si arriva a gettare la metà del cibo qualche dubbio viene.
Lo scetticismo nei confronti di questi numeri è collegato anche al ridotto spreco che si registra nei supermercati. Un Ipercoop di 3300 metri quadrati consegna ogni giorno alla filiera “Brutti ma buoni” un quantitativo di cibo da distribuire al circuito del volontariato pari a: 14 kg di yogurt, formaggi e salumi; 27 kg di frutta fresca e altrettanti di verdura fresca; 7 kg di prodotti alimentari confezionati non deperibili (conserve pomodoro, pasta, scatolame, biscotti, prodotti da forno) in scadenza ma ancora del tutto commestibili. Se lo spreco è davvero ridotto anche dove si parla di grandissime quantità, figuriamoci in casa, dove però l'interpretazione errata della data di scadenza riportata sui prodotti può giocare brutti scherzi.
E' vero che con il passare del tempo nel cibo confezionato si innescano alterazioni chimiche e microbiche in grado di cambiare le caratteristiche nutrizionali e organolettiche, ma difficilmente queste modifiche si trasformano in un pericolo per la salute. Il mal di pancia di solito si scatena in seguito a contaminazioni microbiche esterne, all' interruzione prolungata della catena del freddo e, soprattutto, alla scarsa igiene in cucina, non perchè il cibo risulta “scaduto” da qualche giorno.
La data di scadenza sui prodotti freschi come latte, yogurt e insalata in busta va rispettata, ma con una certa flessibilità. In fondo si tratta di un “indizio”, da valutare senza preconcetti e con un pizzico di buon senso. La validità della data è correlata al rispetto della catena del freddo. Se nel percorso dallo stabilimento di produzione al supermercato i prodotti restano per 4-5 ore al 30°C, la scadenza indicata sulla confezione, anche se ci rassicura perché è lontana nel tempo, in realtà non è più valida.
Per questo motivo durante i mesi caldi è meglio anticipare di 24 ore il consumo degli alimenti più delicati. Spesso le foglie dell’insalata dopo una lunga sosta a temperatura ambiente si afflosciano perdendo fragranza e sapore. Anche la ricotta risulta acidula prima della scadenza, se si interrompe la catena del freddo. Viceversa, il latte fresco se conservato bene, si mantiene uno-due giorni oltre la data e finché non cambia sapore si può bere.
Lo yogurt scaduto da 7-10 giorni si può mangiare, in assenza di rigonfiamenti o muffe (l'unico inconveniente è che i fermenti vivi sono in gran parte persi). Anche per le uova si può glissare di qualche giorno senza problemi. Le tagliatelle o i ravioli freschi confezionati si possono mettere in pentola anche dopo una settimana dalla scadenza, se non ci sono odori sospetti. Attenzione, lo ribadiamo: tutte queste indicazioni valgono se viene rispettata la catena del freddo.
Gli alimenti in dispensa (pasta secca, riso, salsa, marmellate, maionese, sottaceti...) e i surgelati hanno sull’etichetta il termine minimo di conservazione, che varia da 3-6 mesi a 2 anni e oltre. Questo intervallo indica l'intervallo in cui sono garantite le caratteristiche nutrizionali e organolettiche al 100%. Nel periodo successivo alla data tutti i prodotti sono ancora commestibili, ma si comincia a registrare un lento decadimento sensoriale e nutritivo!
Anche in questo caso deve prevalere il buon senso: un succo di frutta anche se la daa indica un anno, dopo 8-10 mesi ha meno sapore, così pure l’olio extravergine e il caffè macinato dopo 12 mesi hanno perso una parte di aroma anche se la data indica intervalli di 16-18 mesi. Pasta, tonno, pelati e tutti i cibi in scatola resistono benissimo e si possono tranquillamente consumare 2-3 mesi dopo la data sulla confezione. Anche pesce, carne e piatti pronti surgelati da cucinare non danno problemi 1-2 mesi dopo l’indicazione sull’etichetta.
Ovviamente stiamo parlando di prodotti confezionati conservati in modo corretto. Quando si apre la scatola di pelati e sulla confezione ci sono indicazioni del tipo “dopo l'apertura consumare entro tot giorni” è meglio seguire il consiglio, perchè il decadimento organolettico e microbico è molto rapido. In ogni caso non è difficile capire quando il prodotto non va mangiato: fa fede il sapore, l'odore e la fragranza. La presenza di muffe nel vasetto di marmellata o di salsa aperto da qualche giorno e conservato in frigorifero va valutato con attenzione. La regola dice di buttare via tutto anche se sotto il lieve strato di muffa sembra tutto ancora buono. Un’ultima nota: i prodotti scongelati tenuti in frigorifero vanno cucinati entro 24 ore, mentre il pane fresco in freezer si conserva per settimane ma va messo in freezer subito dopo l'acquisto quando è ancora croccante solo così quando si scongela mantiene ancora una buona fragranza.
Alimenti senza data di scadenza (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Pesce fresco azzurro
max 2-3 giorni dalla cattura
Pesce fresco (salmone, orate...)
4-5 giorni dalla cattura
Pesce fresco confezionato in atmosfera controllata
può superare i 7 giorni
Carne: tagli grossi, e parti intere
circa 5-6 giorni
Hamburger, carne tritata, fettine di carpaccio
entro 24 ore dal confezionamento
Carne confezionata in atmosfera protettiva
da 7 a 10 giorni
Alimenti con data di scadenza (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Ricotta
Data di scadenza 10-12 giorni
meglio 3-4 giorni prima
Insalata in busta
Data di scadenza 5-7 giorni
Consumo consigliato meglio un giorno prima
Latte fresco
Data di scadenza 7 giorni
Consumo consigliato anche 1-2 giorni dopo
Yogurt e pasta fresca
Data di scadenza 30 giorni
Consumo consigliato nessun problema 6-7 giorni dopo
Uova
Data di scadenza 28 giorni
Consumo consigliato nessun problema 2-3 giorni dopo
Alimenti con termine minimo di conservazione (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Succo di frutta
Durata 1 anno
Consumo consigliato perde sapore, non superare 6 mesi
Caffè macinato
Durata 16 - 24 mesi
Consumo consigliato perde aroma e sapore max 1 anno
Olio extra-vergine
Durata 12-18 mesi
Consumo consigliato perde aroma e sapore max 1 anno
Conserve in scatola (tonno, pelati, piselli..)
Durata 2-3 anni
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Biscotti, crackers
Durata 1 anno
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Panettone e colomba
Durata 2-3 mesi
Consumo consigliato nessun problema anche 1-2 settimane dopo
Pasta, riso
Durata 24 mesi
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Pesce e carne surgelata
Durata 12 mesi
Consumo consigliato nessun problema anche 1-2 mesi dopo
Sprechi alimentari e data di scadenza: tutti gli errori e i segreti per non buttare via quello che si può ancora mangiare
Il tema degli sprechi alimentari è molto gettonato, anche perché si dice che ogni italiano butta via 100 euro di cibo all'anno. A me sembrano valori esagerati, anche se, in effetti, pensando alle mense scolastiche dove si arriva a gettare la metà del cibo qualche dubbio viene.
Lo scetticismo nei confronti di questi numeri è collegato anche al ridotto spreco che si registra nei supermercati. Un Ipercoop di 3300 metri quadrati consegna ogni giorno alla filiera “Brutti ma buoni” un quantitativo di cibo da distribuire al circuito del volontariato pari a: 14 kg di yogurt, formaggi e salumi; 27 kg di frutta fresca e altrettanti di verdura fresca; 7 kg di prodotti alimentari confezionati non deperibili (conserve pomodoro, pasta, scatolame, biscotti, prodotti da forno) in scadenza ma ancora del tutto commestibili. Se lo spreco è davvero ridotto anche dove si parla di grandissime quantità, figuriamoci in casa, dove però l'interpretazione errata della data di scadenza riportata sui prodotti può giocare brutti scherzi.
E' vero che con il passare del tempo nel cibo confezionato si innescano alterazioni chimiche e microbiche in grado di cambiare le caratteristiche nutrizionali e organolettiche, ma difficilmente queste modifiche si trasformano in un pericolo per la salute. Il mal di pancia di solito si scatena in seguito a contaminazioni microbiche esterne, all' interruzione prolungata della catena del freddo e, soprattutto, alla scarsa igiene in cucina, non perchè il cibo risulta “scaduto” da qualche giorno.
La data di scadenza sui prodotti freschi come latte, yogurt e insalata in busta va rispettata, ma con una certa flessibilità. In fondo si tratta di un “indizio”, da valutare senza preconcetti e con un pizzico di buon senso. La validità della data è correlata al rispetto della catena del freddo. Se nel percorso dallo stabilimento di produzione al supermercato i prodotti restano per 4-5 ore al 30°C, la scadenza indicata sulla confezione, anche se ci rassicura perché è lontana nel tempo, in realtà non è più valida.
Per questo motivo durante i mesi caldi è meglio anticipare di 24 ore il consumo degli alimenti più delicati. Spesso le foglie dell’insalata dopo una lunga sosta a temperatura ambiente si afflosciano perdendo fragranza e sapore. Anche la ricotta risulta acidula prima della scadenza, se si interrompe la catena del freddo. Viceversa, il latte fresco se conservato bene, si mantiene uno-due giorni oltre la data e finché non cambia sapore si può bere.
Lo yogurt scaduto da 7-10 giorni si può mangiare, in assenza di rigonfiamenti o muffe (l'unico inconveniente è che i fermenti vivi sono in gran parte persi). Anche per le uova si può glissare di qualche giorno senza problemi. Le tagliatelle o i ravioli freschi confezionati si possono mettere in pentola anche dopo una settimana dalla scadenza, se non ci sono odori sospetti. Attenzione, lo ribadiamo: tutte queste indicazioni valgono se viene rispettata la catena del freddo.
Gli alimenti in dispensa (pasta secca, riso, salsa, marmellate, maionese, sottaceti...) e i surgelati hanno sull’etichetta il termine minimo di conservazione, che varia da 3-6 mesi a 2 anni e oltre. Questo intervallo indica l'intervallo in cui sono garantite le caratteristiche nutrizionali e organolettiche al 100%. Nel periodo successivo alla data tutti i prodotti sono ancora commestibili, ma si comincia a registrare un lento decadimento sensoriale e nutritivo!
Anche in questo caso deve prevalere il buon senso: un succo di frutta anche se la daa indica un anno, dopo 8-10 mesi ha meno sapore, così pure l’olio extravergine e il caffè macinato dopo 12 mesi hanno perso una parte di aroma anche se la data indica intervalli di 16-18 mesi. Pasta, tonno, pelati e tutti i cibi in scatola resistono benissimo e si possono tranquillamente consumare 2-3 mesi dopo la data sulla confezione. Anche pesce, carne e piatti pronti surgelati da cucinare non danno problemi 1-2 mesi dopo l’indicazione sull’etichetta.
Ovviamente stiamo parlando di prodotti confezionati conservati in modo corretto. Quando si apre la scatola di pelati e sulla confezione ci sono indicazioni del tipo “dopo l'apertura consumare entro tot giorni” è meglio seguire il consiglio, perchè il decadimento organolettico e microbico è molto rapido. In ogni caso non è difficile capire quando il prodotto non va mangiato: fa fede il sapore, l'odore e la fragranza. La presenza di muffe nel vasetto di marmellata o di salsa aperto da qualche giorno e conservato in frigorifero va valutato con attenzione. La regola dice di buttare via tutto anche se sotto il lieve strato di muffa sembra tutto ancora buono. Un’ultima nota: i prodotti scongelati tenuti in frigorifero vanno cucinati entro 24 ore, mentre il pane fresco in freezer si conserva per settimane ma va messo in freezer subito dopo l'acquisto quando è ancora croccante solo così quando si scongela mantiene ancora una buona fragranza.
Alimenti senza data di scadenza (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Pesce fresco azzurro
max 2-3 giorni dalla cattura
Pesce fresco (salmone, orate...)
4-5 giorni dalla cattura
Pesce fresco confezionato in atmosfera controllata
può superare i 7 giorni
Carne: tagli grossi, e parti intere
circa 5-6 giorni
Hamburger, carne tritata, fettine di carpaccio
entro 24 ore dal confezionamento
Carne confezionata in atmosfera protettiva
da 7 a 10 giorni
Alimenti con data di scadenza (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Ricotta
Data di scadenza 10-12 giorni
meglio 3-4 giorni prima
Insalata in busta
Data di scadenza 5-7 giorni
Consumo consigliato meglio un giorno prima
Latte fresco
Data di scadenza 7 giorni
Consumo consigliato anche 1-2 giorni dopo
Yogurt e pasta fresca
Data di scadenza 30 giorni
Consumo consigliato nessun problema 6-7 giorni dopo
Uova
Data di scadenza 28 giorni
Consumo consigliato nessun problema 2-3 giorni dopo
Alimenti con termine minimo di conservazione (Indicazioni valide per prodotti confezionati non aperti e conservati correttamente )
Succo di frutta
Durata 1 anno
Consumo consigliato perde sapore, non superare 6 mesi
Caffè macinato
Durata 16 - 24 mesi
Consumo consigliato perde aroma e sapore max 1 anno
Olio extra-vergine
Durata 12-18 mesi
Consumo consigliato perde aroma e sapore max 1 anno
Conserve in scatola (tonno, pelati, piselli..)
Durata 2-3 anni
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Biscotti, crackers
Durata 1 anno
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Panettone e colomba
Durata 2-3 mesi
Consumo consigliato nessun problema anche 1-2 settimane dopo
Pasta, riso
Durata 24 mesi
Consumo consigliato nessun problema 1-2 mesi dopo
Pesce e carne surgelata
Durata 12 mesi
Consumo consigliato nessun problema anche 1-2 mesi dopo