Consumo di latte e acne

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Un gruppo di dermatologi americani riferisce - da uno studio effettuato su adolescenti tra i 9 e 15 anni- i risultati che hanno tratto analizzando il consumo di latte vaccino e suoi derivati. Ne emerge che il consumo di quantità elevate di latte vaccino ha effetto comedogenigenico e può peggiorare l’acne. Personalmente – in base alla mia esperienza clinica – confermo che eccessi di latte e derivati possono favorire forme di acne più serie, inoltro possono far perdurare l’acne anche in età adulta.
In questo studio si focalizza soprattutto sugli effetti ormonali del latte vaccino, ma altri fattori (come le intolleranze individuali al latte vaccino) vanno secondo me tenute in considerazione.
Vorrei chiarire però che, come in tutti i campi, anche in questo non bisogna eccedere né in un senso, ne nell’altro. E’ l’eccesso di latte che va evitato.
Sarebbe secondo me altrettanto interessante studiare come le modificazioni delle abitudini alimentari influenzino l’organismo umano e la pelle in particolare: gli orientali sono solitamente meno inclini a manifestare acne. Gli orientali che vivono nei paesi occidentali e assumono abitudini alimentari occidentali hanno una più elevata incidenza di acne.
Se poi entriamo nel campo della….cellulite….non parliamone!
Riky

LETTURA TECNICA SUI RAPPORTI TRA ACNE E LATTE VACCINO NELLE TEENAGERS
(tradotto da elysina, grazie!)

Grazie alla seguente ricerca, condotta su ragazze americane che nel 1996 avevano un’età compresa tra i 9 e i 15 anni, è emerso che l’acuirsi dell’acne era associato ad una elevata assunzione di latte.. Non abbiamo rilevato una associazione con i grassi presente nel latte. E questo ci suggerisce che il contenuto lipidico del latte non ha alcuna influenza sulla comedogenicità. Questa conclusione rispecchia i risultati del precedente studio effettuato su alcune infermiere americane che hanno descritto i cibi assunti nella loro scuola superiore e sulle quali era stata diagnosticata un’acne acuta: ciò ha messo in evidenza l’importante correlazione che esiste tra l’assunzione di latte sia intero sia scremato e l’acne.

L’assunzione di latte può portare ad un peggioramento dell’acne a causa dell’Insulin-like Growth Factor-1 (IGF-1) pathway : due importanti studi interdisciplinari hanno associato positivamente un’elevata concentrazione di IGF-1 nel plasma con il consumo di latte, in particolare di latte scremato. In un'altra ricerca clinica condotta per osservare gli effetti dell’assunzione di latte scremato e parzialmente scremato sulla riformazione di ossa, è stato messo in evidenza un contemporaneo aumento dei livelli del siero IGF-1 in entrambe i sessi. Rimane ancora da chiarire se l’aumento di IGF-1 sia di carattere endogeno (a seconda della quantità di latte assunta) o di tipo esogeno.
Gli ormoni IGF-1 bovini e umani condividono la stessa sequenza di amminoacidi e alcune proteine del latte, comprese le proteine vettrici IGFBP (IGF-binding proteins), proteggono l’IGF-1 dalla digestione nell’intestino. Studi effettuati su animali hanno dimostrato che questo ormone può essere assorbito in seguito all’assunzione orale, stimolando immediatamente la proliferazione dei cheratinociti (cellule). Nonostante i livelli di ormoni androgeni e IGF-1 aumentino durante la pubertà, i livelli di IGF-1 sono più alti rispetto a quelli degli androgeni, se confrontati nel periodo durante il quale l’acne si manifesta più violentemente. Nelle donne vi è inoltre una profonda correlazione tra le lesioni provocate dall’acne e l’ormone IGF-1 se paragonato agli effetti degli androgeni.
Il latte può influire sulla comedogenicità poiché contiene alcune molecole bioattive che possono andare ad agire sui follicoli pilosebacei, a cui va aggiunta l’azione degli androgeni, degli steroidi 5alfa-ridotti e altri ormoni steroidei. Alcune di queste molecole bioattive riescono a sopravvivere alla lavorazione che subisce il latte, mentre nel formaggio la fermentazione produce più testosterone a causa dei precursori presenti nel latte. Il livello di ormoni androgeni presenti nel latte è stato sempre considerato basso e si riteneva che nelle prime fasi del metabolismo all’interno del fegato la biodisponibilità (assorbimento) del latte si riduca ulteriormente confrontandolo con la produzione endogena giornaliera di un adolescente. Recenti studi hanno invece discusso sulla metodologia e saggi stimano i livelli di produzione giornaliera di ormoni steroidi endogeni nei bambini. Si arriva alla conclusione che l’assunzione di latte potrebbe essere una fonte significativa di androgeni, ma allo stesso tempo di estrogeni, alcuni dei quali sono prodotti dalle ghiandole mammarie dei bovini e sono in grado di limitare le funzioni sebacee delle stesse.
Alcuni ormoni presenti nel latte sono veicolati dalle proteine del siero di latte, compreso l’alfa-lattalbumina, il quale possiede proprietà biologiche. Gli animali nutriti con proteine del siero del latte arricchite di alfa-lattalbumina mostrano una maggiore volontà e capacità a sostenere attività fisiche, miglioramenti nella massa muscolare e riduzione dei grassi corporei: tutto ciò è simile agli effetti degli androgeni. Si può aggiungere, inoltre, che l’alfa-lactalbumina si sottopone a alterazioni conformazionali indotte dalla pressione, causate probabilmente dalla centrifugazione avvenuta durante la lavorazione del latte: tutto ciò porta a cambiamenti nelle funzioni biologiche. Le proteine del siero del latte inoltre sono aggiunte al latte parzialmente scremato e scremato in modo da conferir loro la consistenza del latte intero. Queste proteine potrebbero perciò svolgere un ruolo importante nel favorire l’insorgenza di acne. Il gruppo di studio ha notato un’associazione inversa con il formaggio fresco e cremoso, che può alterare in qualche modo queste ipotesi, perché le ragazze affette da acne potrebbero evitarlo temendo sia uno dei maggiori responsabili. D’altra parte la fase di fermentazione nella lavorazione del formaggio viene associata a cambiamenti nella concentrazione di cellule bioattive, cambiamenti che possono sostenere questa ricerca.
La vitamina D, introdotta – specie negli USA- nel latte tramite la pratica della fortificazione, è molto importante nella differenziazione epidermica, inibendo la proliferazione dei cheratinociti e quindi costituendo un possibile rischio di acne – sebbene in questo studio l’aggiunta di vitamina D non sia stata associata con l’acne e tutto ciò suggerisce che la vitamina D non fosse ritenuta responsabile.
Lo studio vuole dimostrare gli effetti biologici che il latte può provocare nel consumatore e, poiché il latte contiene ormoni androgeni o altre molecole bioattive, la sua moderazione all’interno di una dieta può essere utile nel contrastare l’acne adolescenziale. Questa ricerca, inoltre, non trascura la possibilità che i costituenti ormonali del latte possano colpire altre ghiandole influenzate da ormoni. Tali relazioni connesse al consumo di latte dovrebbero essere prese in considerazione per gli effetti dannosi che i prodotti a base di latte portano all’acne.

Versione originale inglese:

In this prospective study of US girls whose ages ranged from 9 to 15 years in 1996, we found that greater consumption of milk was associated with higher prevalence of acne. We did not find an association with dairy fat. This suggests that the fat content of milk is not important in comedogenicity. This finding is consistent with the result of our previous study of US female nurses who reported on their high school diet and prevalence of physician-diagnosed severe teenage acne. In that study, we found a positive association with intake of total and skim milk.[7]
Milk intake may affect acne severity through the Insulin-like Growth Factor-1 (IGF-1) pathway. In two large cross-sectional studies, milk consumption was positively associated with higher plasma IGF-1 levels[20,21] and in both studies, this was predominantly an association with skim milk. In a randomized clinical trial of the effect of milk intake on bone remodeling, intakes of skim and low fat milk were associated with increased serum IGF-1 levels in both sexes.[22] It is not clear whether the increased IGF-1 is endogenous—released in response to milk intake—or exogenous IGF-1 from milk. Human and bovine IGF-1 share the same amino acid sequences [23] and several milk proteins, including IGF-binding proteins (IGFBPs) protect IGF-1 from digestion in the gut.[24,25] Animal studies have shown that milk borne IGF-1 can be absorbed after oral intake.[24] IGF-1 directly stimulates basal keratinocytes' proliferation.[26,27] Although both serum androgens and IGF-1 levels rise at puberty, the period of maximum prevalence of acne and the course of the condition follow the levels of IGF-1 more closely than levels of androgens.[28] There is also a stronger correlation in women between acne lesions and IGF-1 compared to androgens.[29]
Milk intake may influence comedogenesis because it contains several bioactive molecules that can act on the pilosebaceous unit including androgens, 5?-reduced steroids and other steroid hormones.[30,31] Many of these bioactive molecules survive processing and in the case of cheese, fermentation results in the production of more testosterone from precursors in milk.[31] The level of androgens in milk has generally been considered low and first-pass metabolism in the liver may further reduce its bioavailability compared to the daily endogenous production in young children and adolescents. However, recent studies have questioned the methodology and assays on which estimates of daily production rates of endogenous steroid hormones in pre-pubertal children are based.[32] Dietary intake may be a more significant source of androgens than previously thought.[33] Milk also contains estrogens, some of which are produced in the lactating bovine mammary gland and are direct suppressors of sebaceous gland function.[28]
Some hormones in milk are carried by whey proteins, including ?-lactalbumin, which also have intrinsic biological functions.[34] Animals fed ?-lactalbumin-enriched whey protein show increased will and capacity to engage in physical activities, gains in lean body mass, improved efficiency of exercise training, and decreased percentage body fat mass; all of which are similar to the effect of androgens.[35,36,37] In addition, ?-lactalbumin undergoes pressure-induced conformational alteration, possibly because of centrifugation stresses during processing; this leads to changes in biological function.[38] Whey proteins are also added to low fat and skim milk to simulate the consistency of whole milk. These proteins might therefore play a role in acne. We note an inverse association with cream cheese, which may be due to reverse causation because girls with acne may avoid cream cheese in the belief that it is associated with acne. The group of girls who regularly eat cream cheese may also be too small to draw conclusions. Alternatively, the fermentation phase of cheese production is associated with changes in the relative concentration of bioactive molecules in cheese that may explain this finding.[31]
Vitamin D, present in milk because of fortification, plays an important role in epidermal differentiation by inhibiting the proliferation of keratinocytes and this could possibly affect acne risk.[39] However, supplemented vitamin D was not associated with acne prevalence in this study. This suggests that vitamin D was not responsible for the observed association with milk consumption.
Although some of the girls in this study did not respond to the questionnaire that included the question on acne, we do not think that this is likely to bias our result because this is a prospective study and response rate was not appreciably related to milk consumption or to teenage acne. We did not have an opportunity to validate the self-report of teenage acne but other studies have shown that young people's perception of acne severity is closely related to objective clinical assessment.[40] Our sensitivity analysis also shows that our results are robust to different ways of classifying acne in our study population. We did not exclude girls whose acne may be part of the symptom complex of an underlying clinical disorder because we did not have data on this; had we, the association with milk consumption may have been stronger. Our questionnaire did not specify a body location for the acne. However, truncal acne, with absence of a facial component occurs in less than 5 percent of sufferers.[41]
In conclusion, our study suggests that milk may have biological effects in the consumer. Because milk contains androgenic hormones and other bioactive molecules, moderation of milk intake may be useful as part of the management of teenage acne. Furthermore, this finding raises the possibility that other hormone-sensitive glands may be affected by the hormonal constituents of milk. Because of the potential detrimental effect of milk products on acne, breast cancer,[42] and prostate cancer[43], these relationships should be evaluated