Autoproduzione e vendita

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Assisto ad un fenomeno tanto dilagante quanto, ai miei occhi, incomprensibile: l'autoproduzione di cosmetici e la vendita degli stessi.

Chiariamo alcune cose:

- per produrre e commercializzare cosmetici, c'è una legge da seguire.

- tale legge è molto minuziosa nello stabilire dei criteri che determinino la sicurezza del prodotto che verrà poi commercializzato.

- i cosmetici vanno realizzati in laboratori a norma, ognuno deve essere corredato da un dossier tecnico, ci dev'essere un responsabile della sicurezza designato, le etichette non si scrivono come si vuole, ma come si deve (su questo ultimo punto fanno errori, se li vogliamo considerare errori e non premeditazione, anche numerose aziende cosmetiche acclamate).

- il dossier si chiama PIF, Product Information File, e va a sostituire il vecchio dossier che era meno approfondito.

- ogni cosmetico dev'essere notificato direttamente all'Unione Europea.

Ora.
Chi si diletta alla realizzazione di cosmetici fatti in casa evidentemente non ottempera a tutti i requisiti che la legge richiede.

E che richiede, lo ribadisco, per tutelare il consumatore.

Pensate a cosa succederebbe se qualcuno avesse una reazione allergica ad un prodotto acquistato da rivenditori illegali e sporgesse una denuncia.

Perciò, realizzare e vendere prodotti cosmetici fatti in casa è reato.

La cosa che mi lascia più perplessa però, è che vi siano parecchie persone interessate ad acquistare simili prodotti.

Perchè mai preferire cosmetici che non hanno passato tutte le misure di sicurezza richieste? Vi fidereste ad acquistare marmellata fatta da uno sconosciuto in una cucina sconosciuta senza sapere in quali condizioni igieniche opera, senza sapere cosa ci mette dentro?

E perché per i cosmetici dovrebbe essere diverso?