Eco-bufale? una risposta

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Sull'interessante sito www.nononsensecosmethic.org, gestito da Rodolfo Baraldini, ho letto un articolo intitolato "Greenwashing: la saga delle Eco-bufale cosmetiche".

Poiché é da tempo che sento l'esigenza di fare un po' di chiarezza su concetti legati alla cosmesi cosiddetta "eco-bio", prendo la palla al balzo e, seguendo i punti segnalati dall'articolo suddetto, rispondo a modo mio.

 

Greenwashing. Da wikipedia: "Greenwashing è un neologismo indicante l'ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste da parte di aziende, industrie, entità politiche o organizzazioni finalizzata alla creazione di un'immagine positiva di proprie attività (o prodotti) o di un'immagine mistificatoria per distogliere l'attenzione da proprie responsabilità nei confronti di impatti ambientali negativi." Qui un esempio di greenwashing
Ora cosa succede? Siccome il settore della cosmesi eco sta diventando sempre più appetibile, in quanto sempre più richiesto dai consumatori, ovvero siccome la nicchia di mercato si sta ampliando, molte aziende cosmetiche che producono da sempre cosmetici tradizionali si lanciano con linee eco. Continuando però a produrre linee tradizionali. Questo a mio parere è un fenomeno di greenwashing cosmetico. In questo momento della mia vita, avendo un'attività commerciale legata alla vendita di cosmesi eco, è chiaro che non ho certo il problema di decidere cosa utilizzare per me: ho l'imbarazzo della scelta. Ma se il mio lavoro fosse tutt'altro e mi ritrovassi dunque, come la stragrande maggioranza delle persone, a cercare nei negozi un prodotto cosmetico per me, di sicuro eviterei di comprare quelli che so per certo essere stati realizzati dall'azienda solo per conquistare anche me, piccola consumatrice che tenta di fare scelte eco.

Ecobufale
Possiamo definire ecobufale, a mio parere, tutte quelle comunicazioni che dicono cose esageratamente ottimistiche e sensazionalistiche per sostenere virtù vere o presunte di un preparato della linea "green". 

La Madre di tutte le Ecobufale
Secondo Rodolfo Baraldini si tratta del concetto secondo il quale se una sostanza è vegetale, allora fa bene, è buona, sana e giusta e farà meglio sia alla pelle sia all'ambiente.
Chi segue Saicosatispalmi da tempo e attentamente, sa che questo concetto è stato qui ampiamente combattuto. Non tutte le sostanze vegetali fanno bene, non tutte sono velocemente biodegradabili, non tutte sono innocue per la flora e la fauna acquatiche. 

Paraffina e petrolio non sono naturali
Si dice nell'articolo "
Al contrario paraffine e petrolati sono miscele di idrocarburi fossili che si trovano in natura." Sì, ok, se vogliamo essere fiscali, il petrolio è derivato da piante fossili e quindi all'origine è naturale, va bene. Ma vogliamo parlare di cosa comporta la lavorazione del petrolio? Vogliamo parlare di tutti i conflitti e le dittature che sono dietro allo sfruttamento delle risorse petrolifere? Vogliamo parlare dell'inquinamento da esse provocato? Se non posso (per ora) rinunciare a muovermi e dunque alla benzina, voglio essere libera di scegliere cosmetici che non facciano parte di questo orribile meccanismo. Senza parlare di come si comportano sulla pelle, ma questo lo vediamo con una prossima bufala.

Natural occurring
Ovvero ritenere che una sostanza sia migliore perché presente in natura, per esempio negli estratti di alcune piante. Si sostiene che molte di queste molecole vengano in realtà ricostruite in laboratorio. Su questo non posso che essere d'accordo. Non tutte le sostanze presenti in cosmetici anche certificati sono derivati direttamente da piante, alcune sono ricostruite. Tuttavia, nessuno dice che i disciplinari siano perfetti e che la cosmesi "ecobio" abbia raggiunto l'apice della perfezione. Ricordiamo che è solo da una decina di anni che, almeno in Italia, si è sviluppata, e che molta strada c'è ancora da percorrere. 

Certificato organic al 95%
Dove quel 95% considera anche l'acqua, che come sappiamo rappresenta mediamente la percentuale più ampia contenuta in un prodotto. Alcune certificazioni comprendono l'acqua (o idrolato) altre invece no. Il problema è che ancora non esiste una certificazione globale europea che sancisca esattamente come dev'essere un cosmetico per essere realmente ecobio. Quindi ciascun ente certificatore "se la canta e se la suona", anche se hanno tutti cose in comune: per esempio petrolati e siliconi non sono ammessi da nessun disciplinare... per fortuna!

I filtri solari fisici sono buoni, quelli chimici cattivi
E' vero, i filtri solari non vanno bene in ogni caso per l'ambiente. Le polveri minerali (ossido di zinco e diossido di titanio) inquinano, le molecole chimiche anche. Non c'è una scelta "giusta". C'è, a mio avviso, una scelta consapevole da fare, che riguarda come, dove e perchè sto al sole, quanti anni ho, se ho delle effettive problematiche eccetera. Una cosa però va detta: in anni di vicinanza prima e professionalità poi alla cosmesi ecobio, ho visto che i meglio tollerati dalla pelle sembrano essere i filtri fisici e sono anche gli unici ammessi dai disciplinari di cosmesi eco. Qualcosa vorrà dire.

Paraffine e siliconi sono comedogenici
Nononsensecosmethic sostiene che gli oli vegetali siano  in realtà molto più comedogeni rispetto a siliconi e petrolati. Sarà! Ma in anni di esperienza ho visto non solo la mia pelle, ma quella di tante clienti migliorare visibilmente solo eliminando petrolati e siliconi. Ho visto pelli miste riequilibrarsi. Infiammazioni acneiche migliorare. Impurità diminuire. Pelli molto secche trovare sollievo. Usando solo oli vegetali puri? Ma ovviamente no! Usando cosmetici eco ben formulati e soprattutto adatti alla propria pelle. Cosmetici eco che contengono anche oli vegetali, e sicuramente nessuna paraffina né silicone.

I potenziali allergeni derivati da oli essenziali sono meno rischiosi
Vero: gli allergeni sono sempre allergeni, sia che derivino da oli essenziali, sia che derivino da profumi sintetici. Quindi occhio a non abusare di prodotti che ne contengono.

Dopo tutto questo lunghissimo discorso, penso ancora che la cosmesi "naturale" sia meglio?

Ovviamente sì, anche se certamente è migliorabile. Penso anche che maggior attenzione andrebbe posta sull'impatto ambientale, cosa che le certificazioni eco trascurano (ad eccezione di Ecolabel, che invece considera l'impatto ambientale ma non presta molta attenzione all'origine delle materie prime).

Bisognerà arrivare ad una cosmesi che tenga conto:
- dell'origine delle materie prime, privilegiando quelle da agricoltura biologica e considerandone anche l'impatto finale nell'ambiente
- della green chemistry, ovvero della branca della chimica che studia soluzioni ambientali sostenibili, perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, la chimica non va demonizzata, al contrario senza chimica non saremmo arrivati neanche alla cosmesi eco
- dell'impatto di tutto il ciclo di vita del prodotto: poco mi interessa che il cosmetico abbia una formula green se poi viene prodotto in uno stabilimento dove non si rispettano le norme ambientali
- del rispetto per i lavoratori, perché ecologia è, a mio parere, anche questo
- dei diritti degli animali: i test e la commercializzazione di prodotti contenenti sostanze testate sono finalmente vietati in Europa, ma non nel resto del mondo. Considerando l'Europa come una fetta di mercato molto appetibile, mi auguro che presto gli altri Paesi, per entrare nel mercato europeo, siano indotti forzatamente a non testare più (ricordandoci sempre, comunque, che i test su animali per i cosmetici sono solo la punta dell'Iceberg, il grosso lo fa l'industria farmaceutica...)
- del benessere della pelle: non tutte le aziende cosmetiche hanno ben presente il suo funzionamento, per questo è opportuno ascoltarsi molto e scegliere oculatamente, anche facendosi consigliare da persone competenti.

Nel frattempo, tra un cosmetico tradizionale e uno "eco", io continuo a scegliere eco con estrema soddisfazione, convinta che per quanto non perfetto, sia comunque la scelta migliore per me, sia il male minore per l'ambiente, e sia comunque la direzione in cui la cosmesi si muoverà.

Sono però anche consapevole che oltre al contenuto del cosmetico ciò che si deve modificare è soprattutto l'approccio ad esso: consumare meno, terminare ciò che si è comprato prima di comprare altro, entrare in un'ottica di decrescita cosmetica felice dove chi dobbiamo veramente ascoltare è la pelle.

 

Barbara Righini